Grave violazione del diritto all’istruzione per Tommy e tutti gli studenti con disabilità
Nei giorni scorsi, la vicenda di Tommaso, il quindicenne milanese con una severa forma di autismo, rifiutato da ben trentuno istituti scolastici della città, è stata giudicata molto grave. Il ministro dell’istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, l’ha considerato un fatto intollerabile, in quanto viola il diritto all’istruzione che deve essere garantito a ogni alunno, indipendentemente dalla sua condizione. Sotto istanza del presidente della FISH (già Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, oggi Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità e Famiglie), Vincenzo Falabella, lo stesso Ministro ha inviato tempestivamente un’ispezione per valutare la reale condizione e gli eventuali interventi da effettuare, al fine di garantire il diritto dell’istruzione a tutti gli studenti. «Sottolineiamo con forza – dichiara Falabella – l’urgenza di garantire il diritto all’istruzione per tutti gli studenti e studentesse, indipendentemente dalle loro condizioni. È inaccettabile che famiglie come quella di questo ragazzo si trovino a dover affrontare tali ostacoli nell’accesso all’educazione: infatti, l’assenza di risposte da parte di decine di istituti scolastici non è solo un fallimento del sistema educativo, ma una violazione dei princìpi fondamentali di equità e inclusione sanciti dalla Costituzione Italiana e dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che già da sedici anni è la Legge 18/2009 dello Stato Italiano». Questo increscioso fatto di discriminazione non riflette i dati emersi da una recente ricerca condotta dall’Osservatorio dei Conti Pubblici italiani, secondo i quali il 97% degli studenti con disabilità si considera incluso nella vita scolastica. Pertanto, la scuola italiana, a livello di inclusione, è considerata un modello da seguire, in quanto ha i prerequisiti per far studiare gli studenti e le studentesse con disabilità allo stesso modo di tutti gli altri, grazie all’inserimento nelle classi “normali”, e il supporto di tutor, insegnanti di sostegno e assistenti all’autonomia e alla comunicazione, prerogative che tra gli altri Stati dell’Unione Europea, possono vantare solo il Portogallo, la Spagna e la Grecia. «Certo – commenta il Presidente della FISH – molti passi avanti sono stati fatti negli ultimi decenni, ma c’è ancora tanto da fare per costruire un sistema che effettivamente risponda ai bisogni e alle aspettative dei nostri alunni e alunne, studenti e studentesse con disabilità. Ci sono infatti alcuni problemi non ancora risolti, che definirei “cronici”. Per citare a memoria quelli prioritari, parlerei della mancanza di continuità didattica, della preparazione non sempre adeguata dei docenti di sostegno sulle varie forme di disabilità, senza mai dimenticare la scarsa formazione dei docenti curricolari di scuola secondaria sulle didattiche inclusive, nonché della carenza di assistenti all’autonomia e alla comunicazione». La FISH, indipendentemente dal caso di Tommaso, di recente ha elaborato un testo contenente alcune proposte di modifica da apportare al decreto legislativo n. 66 del 17 aprile 2017, riguardante la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità. In particolare, richiede un riconoscimento del ruolo ben definito e una formazione adeguata della figura professionale dell’assistente per l’autonomia e per la comunicazione. In linea con l’articolo 117 della Costituzione, la Federazione ribadisce la necessità di uniformare, a livello nazionale, i criteri per l’accesso a questa professione e di una specializzazione degli assistenti specifica per ogni disabilità degli studenti, visiva, sordità, intellettiva e del neuro sviluppo. «Il riconoscimento della figura professionale dell’assistente per l’autonomia e la comunicazione – conclude Falabella -, con una definizione chiara del ruolo, delle competenze e della formazione necessaria, è effettivamente un passaggio che riteniamo molto importante. Sottolineiamo anche la necessità di uniformare a livello nazionale i criteri per l’accesso a questa professione, chiedendo anche con forza l’eliminazione della clausola che limita l’erogazione di servizi come questo “nei limiti delle risorse disponibili”. La recente Sentenza 9323/2024 del Consiglio di Stato ha ribadito infatti che i diritti degli studenti con disabilità non possono essere subordinati a vincoli di bilancio e quindi anche l’assistenza per l’autonomia e la comunicazione va garantita come un diritto incomprimibile».