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Il PNRR e le disabilità. A che punto siamo?

Com’è ben noto, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (d’ora in poi PNRR) è un Piano di riforme e investimenti presentato dall’Italia alla Commissione Europea e articolato in sei Missioni (Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per una mobilità sostenibile; Istruzione e ricerca; Inclusione e coesione; Salute).

Il PNRR contiene numerosi passaggi riguardanti le persone con disabilità e le loro famiglie, in un tutt’uno organico decisamente nuovo, ma il punto centrale lo si è avuto segnatamente con la previsione di una Legge Delega al Governo, per realizzare i principi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, in coerenza con la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e con la Strategia per i Diritti delle Persone con Disabilità 2021-2030.

Quella Legge Delega è stata approvata negli ultimi giorni del 2021 (Legge Delega al Governo in materia di disabilità 227/211, grazie anche all’impegno della FISH e di tutte le organizzazioni ad essa aderenti e sin da subito l’abbiamo giudicata come un fondamentale “ponte di passaggio”, un’occasione da non perdere, per cambiare una società in cui i diritti umani delle persone con disabilità sono ancora troppo spesso calpestati. Una riforma necessaria e innovativa che dovrà essere in grado di rispondere al meglio ai bisogni delle persone con disabilità, nel complesso percorso dell’intera vita.

Per essere concretamente applicata, una Legge Delega prevede naturalmente l’approvazione di una serie di Decreti Attuativi, il cui termine, in questo caso, è stato fissato entro la primavera del 2024, e anche su questo la nostra Federazione ha ravvisato da subito che quella Legge rappresenta certamente il necessario prerequisito per realizzare finalmente un cambio di marcia nelle politiche sulla disabilità, dando cioè l’esatta direzione e i princìpi cardine su cui dovranno basarsi i Decreti Attuativi. Il tutto con l’obiettivo sostanziale di rafforzare il nostro sistema di welfare, per consentire ad ogni persona on disabilità di costruire il proprio progetto di vita indipendente e dare il proprio contributo alla crescita e al progresso del Paese.

Ad oggi sono stati approvati gli schemi di Decreto riguardanti da una parte la riqualificazione dei servizi pubblici in materia di inclusione e accessibilità, dall’altra l’istituzione di un Garante nazionale delle disabilità.

Abbiamo accolto il primo Decreto come un segnale favorevole, ritenendo che l’accessibilità universale ai servizi forniti dalle Pubbliche Amministrazioni sia fondamentale per garantire ai lavoratori e alle lavoratrici con disabilità lo svolgimento delle loro mansioni e dei loro ruoli in piena autonomia.

Abbiamo anche valutato questo passaggio come la prima tappa di un percorso strutturale che possa realmente portare a una grande riforma della Legge 68/99 sul lavoro delle persone con disabilità, ritenendo per altro di non accogliere, successivamente, alcune proposte emendative al testo, presentate dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, in riferimento al contenimento dell’accessibilità ai soli aspetti fisici e digitali, ciò che escluderebbe di fatto le persone con disturbi del neurosviluppo, in aperto contrasto con i princìpi di uguaglianza e pari opportunità di tutti i cittadini e le cittadine che vivono con una condizione di disabilità.

Per quanto poi riguarda il Garante nazionale, inizialmente la nostra Federazione aveva manifestato alcune perplessità sull’istituzione di tale figura, ritenendo che essa rischiasse di appesantire ulteriormente l’apparato burocratico del nostro Paese, sovrapponendosi alla gerarchia amministrativa già in essere. E tuttavia, grazie anche alla nostra interlocuzione con il Ministero per le Disabilità, il testo proposto inizialmente è stato senza dubbio migliorato e ora siamo pronti a collaborare con il nuovo organismo, a partire dalla fase di individuazione di coloro che andranno a comporre l’organismo collegiale che formerà il Garante stesso.

A questo punto ciò che preme in particolare sottolineare è la necessità di accelerare sui Decreti che costituiscono il cuore della Legge 227/21, Decreti che dovranno essere declinati in modo puntuale e dettagliato, pensando soprattutto alla definizione della condizione di disabilità, nonché alla revisione, al riordino e alla semplificazione della normativa di settore riguardante l’accertamento della stessa condizione di disabilità, in vista dell’imprescindibile realizzazione del progetto di vita delle persone con disabilità. Questo perché credevamo e crediamo ancor più oggi, alla luce dell’attuale difficile momento sociale ed economico, che le persone con disabilità e le loro famiglie abbiano bisogno innanzitutto di provvedimenti mirati a migliorare la loro qualità di vita e a garantire nei fatti le pari opportunità e la loro dignità. Questo si garantisce da una parte combattendo ogni discriminazione e pregiudizio, ma dall’altra riordinando a fondo il settore dei sostegni e dei servizi in un’ottica di riqualificazione del sistema di welfare. Non a caso già da tempo sottolineiamo la necessità, per il nostro Paese, di una profonda riqualificazione dell’attuale sistema di welfare, per rendere effettivi i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie, ad oggi sin troppo spesso non garantiti.

Rispetto a quanto detto or ora, e in parallelo al lavoro sui Decreti Attuativi, abbiamo giudicato con favore l’istituzione di un Tavolo per la redazione di un Testo Unico per le disabilità, poiché il tema della semplificazione normativa, quanto mai urgente in tutto il nostro sistema legislativo, lo è anche in ambito di disabilità e l’obiettivo dev’essere appunto quello di coordinare e riordinare le varie disposizioni attualmente vigenti.

Dire del resto PNRR e disabilità non significa soltanto dire Legge Delega 227/21: agli ultimi Governi, infatti, e al Parlamento delle ultime due Legislature, abbiamo ad esempio posto con forza l’accento sulla necessità di un organismo di coordinamento trasversale tra i diversi Ministeri, come previsto dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, un organismo che non possa essere ritenuto una “riserva” in cui confinare un tema considerato erroneamente marginale, ma che diventi la cabina di regia e di monitoraggio affinché tutte le politiche, e non solo quelle di settore, assumano sempre come rilevanti i temi della disabilità.

L’attuale Ministero per le Disabilità si sta muovendo su questa strada e questo si connette ad un’ulteriore ricaduta innovativa del PNRR, essendo il primo caso in cui si produce mainstreaming della disabilitàin una politica generale, ciò che con tutta probabilità è anche il primo esempio del genere in Europa. Mi riferisco alla “Direttiva alle amministrazioni titolari di progetti, riforme e misure in materia di disabilità”prodotta all’inizio del 2022, per far sì che tutte le Amministrazioni si attivino per pensare ed agire in modo inclusivo, rispettando princìpi fondamentali quali l’accessibilità, la progettazione universale, la vita indipendente e la non discriminazione.

All’atto della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di quella Direttiva, si parlò anche dell’importanza di coinvolgere le organizzazioni maggiormente rappresentative delle persone con disabilità e delle loro famiglie e più in generale le organizzazioni di Terzo Settore. E quello del coinvolgimento e della partecipazione delle Associazioni, oltre ad essere una precisa disposizione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, è per noi un punto fermo, un aspetto fondamentale per dare impulso a politiche effettivamente inclusive, sia riguardo all’elaborazione definitiva dei vari Decreti, sia per quella che possiamo definire come una corretta ed efficace “messa a terra” del PNRR nei vari territori.

Sullo sfondo, ma in piena visibilità, resta la questione delle risorse: appare infatti evidente che le fonti di finanziamento indicate nella Legge Delega non sono sufficienti a quanto si vorrebbe e si dovrebbe fare. E nemmeno il richiamo al PNRR, di cui, come detto, la Legge Delega è “figlia”, può venire in aiuto, in quanto i fondi del PNRR stesso intervengono per attivare nuovi investimenti e non per finanziare spesa corrente.

È per questo che riteniamo di fondamentale importanza trovare una modalità per costituire un Fondo Unico Nazionale per le politiche in favore delle persone con disabilità, che stanzi ulteriori, adeguate risorse, per dare concreta esigibilità ai diritti, sia in termini di servizi che di prestazioni e provvidenze economiche. E lavorare su tale tema è uno dei nostri principali impegni nel momento attuale.

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